Max Ernst. Note per una biografia

Riferimento: 9791254720271

Editore: Abscondita
Collana: Carte d'artisti
In commercio dal: 04 Ottobre 2022
Pagine: 120 p., Libro in brossura
EAN: 9791254720271
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Descrizione

«Bell'aspetto. Molto intelligente. Dipinge più per pigrizia e tradizioni millenarie che per amore dell'arte. Le sue concrezioni sono piene di vestigia di piante e di animali. Disumanizzate. Il suo soprannome è: ranuncolo aguzzo. I podagrosi, gli impotenti e i naufraghi ricavano sempre da lui preziose informazioni sui fondali marini e sulle correnti artiche. A dodici anni, abbandona padre e madre per correr dietro al traffico ferroviario semiadulto e alle sogliole benportanti. Da allora gli piace giuocare con le appendici dei promontori. Audace, la sua retina perlacea annuncia lo scioglimento delle nevi». In questo modo bizzarro, surreale, ironico André Breton descrive Max Ernst, e infatti secondo il fondatore del surrealismo non si può raccontare la vita di un surrealista come si fa con chiunque altro vincolata alla banale trascrizione delle sue gesta. E in Note per una biografia (pubblicato in Écritures, Gallimard, 1970), quando ormai settantenne, finalmente raggiunto il successo, Ernst sente il bisogno di raccontarsi - per ribadire l'originalità della propria poetica rispetto alla frettolosa assimilazione a un gruppo e a una storia troppo schematicamente intesi - lo fa in modo tutt'altro che banale, non riconducibile ai modi noti dell'autobiografia. L'autore sembra dirci La biografia sarà leggendaria o non sarà: e infatti sia nelle invenzioni sia nel racconto dei fatti egli ci mostra la leggendarietà, così come la surrealtà, del reale stesso; i fatti devono essere scrutati all'interno della vista, sono come i materiali di un collage, la superficie accidentata sotto il foglio del frottage, la materia eteroclita da sottoporre a grattage. Tutto il testo è illustrato da immagini e disegni al tratto che riprendono temi e figure della sua intera opera: gambe, mani, animali, personaggi strani, ibridi, allusioni sessuali. Con uno scritto di Elio Grazioli.